Come leggenda, e’ forse la numero uno del jazz. Affascino’ musicisti, intellettuali, appassionati, in cento cercarono di imitare il suo sound : nulla da fare, non era imitabile. E svani’ a 28 anni.
Poi, a fine ventesimo secolo uscirono due film. Difficilissimo trattare di una leggenda. Il primo, a firma del regista Pupi Avati, cadde nell’errore più banale, la musica non era quella della sua tromba, ma quella di una band mediocre. Perso il meglio, cio’ che assolutamente contava ! Peccato, seppur in margine, l’interprete era bravino.
Poi uscì il documentario di un’ora e mezza della regista Brigitte Berman : bisogna fare attenzione, ci si può emozionare facilmente! Decine di interviste a grandi e meno grandi del jazz, un commento perfetto, il parere del testimone Louis Armstrong (“ …non ho mai sentito nessuno suonare come lui”) luoghi storici ripercorsi con nostalgia, fotografie rare, spezzoni di antichi filmati, i magici dipinti di Hopper che ci mostrano l’America sottolineando i sentimenti finali di Bix, e la sua musica! Ti rapisce . E lo rivedi. Si’ perché Bix aveva una caratteristica rara se non introvabile nel jazz, a parte il suo jazz, il lirismo. Un artista romantico nella musica afro-americana . Leon Bismarck “ Bix “ Beiderbecke, di famiglia tedesca.
1995 . Corrado Barbieri, lo scrivente, su finanziamento di Toretto Barbieri, e traduzione di Nico Sgarlato, ne cura la versione italiana - 30 pagine di contratto….La produzione e’ della Play Boy Enterprises, si’i pionieri del nudo, misteri americani…regista canadese, appassionata, puntuale, straordinaria -
Eccolo, guardiamolo con amore finché qualche squalo yankee non lo oscura, date le arie che tirano negli ambienti oltreoceano…