Lennie Tristano
di Adriano Pateri
Leonard Joseph Tristano nasce a Chicago nel 1919 nel pieno dell'epidemia influenzale seguita alla prima guerra mondiale, secondo di quattro figli di seconda generazione di italiani originari del Casertano. La sua vista già debole alla nascita si deteriora di anno in anno mentre passa da una scuola all'altra per handicappati e a dieci anni la sua capacità visiva è praticamente nulla o quasi. Ma il giovane Leonard oltre a dimostrare già una intelligenza superiore alla media è già dotato di una maturità che ne avrebbe caratterizzato la personalità evidenziando una sua notevole sensibilità artistica musicale. Si era seduto al piano a 4 anni ma a 10 anni, dopo un periodo trascorso con un insegnante, già aveva la padronanza della tastiera. Da 11 a 19 anni i genitori lo iscrivono ad una scuola statale per non vedenti dove studia con eccellenti risultati il piano, il sax, il clarinetto e il violoncello. Da qui inizia a suonare in pubblico, con il suo stile erede del bop ma vivendo tra mille difficoltà. Sopravvive con qualche esibizione in pubblico ma soprattutto con l'insegnamento. E' proprio in questo periodo e con l'insegnamento che riesce a maturare il suo mezzo espressivo trasmettendo ad un gruppo di grandi musicisti il linguaggio che farà parte del filone del ' cool jazz ' ma con una personalissima connotazione. Tristano diventa infatti il caposcuola di una importantissima corrente del jazz moderno ed i suoi discepoli si chiamano Sal Mosca, pianista, Lee Konitz, sax alto, Warne Marsh, sax tenore, Billy Bauer, chitarrista, Peter Ind, bassista e molti altri.
Tristano è dotato di una mente vivace ed aperta, di una notevole cultura generale e soprattutto di una tendenza quasi maniacale verso la ricerca e lo sviluppo in fatto di musica. E' un perfezionista. Sarà tra l'altro il primo a sperimentare esecuzioni in 'multitracking' e con l'aumento della velocità di registrazione. Bill Evans nel suo disco "Conversations with myself" userà anche lui queste tecniche. L' insegnamento di Tristano è sempre improntato al rigore sia nella ricerca che nell'esecuzione musicale. Lui disprezza l'ignoranza delle case discografiche che lo porteranno a produrre buona parte della sua discografia. Disprezza gli imitatori di ogni tipo, specie dei molto numerosi che imitano Charlie Parker (che lui adora e rispetta). Costringe i suoi allievi ad una costante ricerca creativa ed innovativa lontana da imitazioni e clichès di stili.
Il ritmo è inoltre una costante importantissima nel linguaggio Tristaniano e il rispetto rigoroso del flusso in 4/4 nel tempo eseguito dalle sezioni ritmiche è 'conditio sine qua non' che lo porta spesso ad avere problemi specie con i batteristi. E' questo flusso flessibile del tempo in 4/4 che permette la poliritmia così frequente nelle esecuzioni sue e dei suoi gruppi - basti pensare al brano 'Turkish Mambo' del 1955, registrato in multitracking che permette di alternare tempi da 7/8 a 7/4, da 5/8 a 5/4 e da 3/8 a 4/4. Tutto questo è possibile solo se specialmente il batterista non altera con ulteriori ritmi il flusso ritmico del 4/4.
Le ore 20 di venerdì sera 13 maggio 1949 rappresentano la data di un avvenimento discografico fondamentale nella evoluzione musicale della scuola di Tristano. Lui stesso con Konitz, Marsh, Arnold Fishkin al basso e il chitarrista Billy Bauer, raggruppati intorno a due microfoni forniti dalla Capitol Rcds si lanciano in un esperimento mai tentato prima nel jazz. Si tratta di creare, da semplice intuizione e capacità strumentale, una musica spontanea che sia atonale contrappuntistica e improvvisata su basi jazzistiche. Il disco fu intitolato "Intuition" e, tenuto anche conto della data di registrazione, resta a tutt'oggi una pietra miliare nello sviluppo della musica prodotta dalla scuola di Tristano e di tutta la storia del jazz moderno.
Ma la musica di Tristano, che molti hanno definito un genio, non è fatta solo di ricerca e innovazione, caratteristiche che a molti possono sembrare fredde e di scarsa sensibilità. La grande musica tristaniana è anche e soprattutto rappresentata da brani come "Requiem" indimenticabile e splendido omaggio postumo dedicato dall'autore a Charlie Parker. |
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