UN OMAGGIO PREZIOSO A " THE VOICE " E UN ALBUM IMPRESCINDIBILE
Di John Milner
" Per anni sono stato un ardente ammiratore di Frank Sinatra, le sue interpretazioni e le sue scelte di brani mi hanno sempre molto colpito. Con lui come artista ho stabilito un autentico feeling e non credo di sbagliare quando definisco -per sempre- la sua musica " . Le parole sono di Oscar Peterson che con il suo album " A jazz portrait of Frank Sinatra " ha realizzato uno dei gioielli della storia del jazz, un album che non deve mancare ad ogni cultore della musica afroamericana non foss'altro per la sua reale godibilta' nell'ascolto aldila' di ogni altra considerazione.
La registrazione, per la Verve ( del genio della produzione Norman Granz ) avvenne a Parigi, nel maggio del 1959, in una sorta di maratona notturna, con il trio composto da Peterson, Ray Brown al basso e Ed Thigpen alla batteria. Al mattino era nato un album permeato dello swing elegante e fluente che rispecchiava perfettamente il periodo piu' luminoso della carriera del pianista .
Sinatra a sua volta era un grande ammiratore di Oscar Peterson e si recava ad ascoltarlo nei locali di Los Angeles dove si esibiva. Finche' una sera decise di invitarlo a suonare a un party a casa sua, presente una dozzina di artisti di primo piano, tra cui Fred Astaire e Gene Kelly. Si dice che Frank quella sera fosse eccitato come un bambino e possiamo solo immaginare quale meraviglia di atmosfera e di brani possono essere scaturiti dai due artisti , visto che le registrazioni, sicuramente effettuate, non sono mai state rilasciate dalla famiglia Sinatra.
Nel frattempo e da molti anni pero' possiamo bearci di " A jazz portrait of Frank Sinatra", un album nato stranamente a migliaia di chilometri di distanza da quel contesto californiano, regalatoci da uno dei piu' grandi pianisti della storia del jazz, un album " per sempre" come Peterson considerava certe opere di " The voice", e i cui 12 brani sono di uno straordinario swing.