Stars fell on Alabama
 
 
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Stars fell on Alabama

 

 

di Corrado Barbieri


Uno dei brani più' amati dagli appassionati di jazz classico, scaturita anch'essa da quel gigantesco crogiolo di creatività musicale, irripetibile, che sono stati gli anni Trenta in America.
L'ispirazione venne a Frank Perkins e Mitchell Parish, autori rispettivamente della musica e delle parole, da un evento di cui riferisce un libro di Carl Carmer del 1934 che porta il titolo della canzone, la caduta nel novembre 1833 dello sciame di meteoriti Leonida. Quella notte, in un cielo terso e senza nuvole, migliaia di oggetti luminosi furono visti nel cielo dell'Alabama. Mischiando un evento cosi' eccezionale a una situazione romantica,non poteva che risultarne una grande canzone!
Circa cento sono state da allora le interpretazioni di "Stars Fell", di cui una e' senza pari, e un'altra la definisco per "amatori". La prima la troviamo in quell'autentico gioiello che e' l'album Ella & Louis, dove la Fitzgerald e Armstrong duettano a un livello mai riscontrato nella storia del canto jazz e che mai piu' sarà possibile ritrovare.Il sound, la carica umana ed artistica che scaturiscono dall'intero album, ma soprattutto da questo brano, sono una vetta irraggiungibile, considerando anche le note della tromba di Louis, che a differenza di quanto faceva in quegli anni,non eccede negli acuti, e hanno un espressività stupefacente.
Parlo pero' volentieri anche della versione "per amatori", di jazz si intende, poiché ne fui colpito, dapprima negativamente, per poi cambiare idea.
L'esecutore e' Big T, Jack Teagarden, il piu' grande trombonista della storia del jazz classico, che la suona e la canta in vari album con un accento texano, strascicato e per noi molto poco comprensibile, ma che dopo qualche ascolto si fissa in mente per sempre.
Solo il jazz riserva queste chicche da scoprire ascoltando e riascoltando, per assimilarle alla fine nella loro peculiarità.



 
   
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