Non e' facile parlare del cosiddetto "Chicago Style" senza indurre qualche confusione. C'e' chi ha parlato di "scuola", chi di "stile" Chicago, ma le definizioni hanno poca importanza, si tratta infatti piu' di un sound, del quale occorre piuttosto tracciare le origini e ascoltare i brani per carpirne le caratteristiche.
Era circa la meta' degli anni Venti quando un gruppo di giovanissimi musicisti bianchi che frequentavano una scuola superiore, la Austin High School, si riunirono per formare una band jazzistica,la Austin High Gang, così composta: Jimmy McPartland (cornetta), Frank Teschemacher (clarinetto), Dick McPartland ( banjo e chitarra, Bud Freeman (sassofono tenore), Dave North (piano) e Jim Lanigan (contrabbasso e tuba).
E' importante rilevare che il gruppo, e in particolare McPartland e Teschemacher, era fortemente influenzato dalla musica di Bix Beiderbecke (McPartland lo sostitui' nella band dei Wolverines alla sua uscita) e all'ascolto di quelle prime incisioni del 1927 l'evidenza e' addirittura sorprendente, come pure lo swing straordinario e trascinante.
Attorno a loro venne a formarsi un nucleo di musicisti anch'essi bianchi che andrà allargandosi e contraendosi negli anni, comprendendo nomi destinati a fare la storia del jazz e ad abbracciare stili differenti: Eddie Condon (chitarra e banjo), i batteristi Dave Tough,George Wettling e Gene Krupa, il clarinettisti Mezz Mezzrow, Rod Cless e il giovanissimo Benny Goodman, il cornettista Muggsy Spanier (vedi), il trombonista Jack Teagarden, i pianisti Joe Sullivan, Jess Stacy, Art Hodes e Frank Melrose e Red McKenzie, noto per suonare quello strumento primitivo denominato "kazoo" e anche cantante.
Si e' dissertato molto sulle caratteristiche di quel sound e sulle differenze dal classico New Orleans, e anche sul fatto che fu poi etichettato come "Dixieland", ma i punti essenziali da evidenziare sono che era un modo di suonare meno rilassato del New Orleans originario, più frenetico e con maggior spazio dedicato agli assolo, e che prediligeva il 4/4. Inoltre la chitarra sostituiva il banjo e il contrabbasso il tuba. Lo caratterizzava anche un minor riferimento alle radici del jazz, come gli spiritual e il blues. D'altronde basta pensare che anche Bix e chi gravitava attorno a lui, pur affascinati dalle musiche che avevano ascoltato sui battelli e a Chicago, crearono un suono diverso, che non poteva essere quello dei musicisti neri provenienti dal sud.
Gli elementi appartenuti a quel gruppo e altri che via via si aggregavano, si spostarono poi a New York, per formare, nel tempo e per molti anni a venire, un gran numero di piccole band che registreranno una quantità notevole dI dischi. Da notare che questi uomini sono riusciti a continuare a suonare e a barcamenarsi nella musica pur negli anni piu' duri della crisi degli anni '30, mentre i colleghi neri erano costretti a sospendere l'attività e dedicarsi ad altri mestieri.
Teschemacher mori' giovanissimo in un incidente d'auto, mentre McPartland, Freeman, Condon, Sullivan e altri continuarono a suonare fino agli anni '60 e '70 con varie formazioni. La longevita' e l'intensa attivita' dei loro gruppi e' da ascrivere in gran parte ad Eddie Condon, figura di indubbia importanza nella storia del jazz, molto piu' che come chitarrista (fu comunque tra i primi a usare e diffondere la chitarra elettrica), quale organizzatore e promotore instancabile, nonche' per aver abbattuto la barriera delle discriminazioni razziali nelle sale di registrazione.
Da questo breve excursus appare chiaro come da quegli inizi si formo' un vero e proprio vivaio di musicisti, parte dei quali diresse verso lo Swing, mentre la differenza tra il New Orleans e quel loro primo sound si andava perdendo. I due sound si mischieranno e quella musica verra' definita genericamente Dixieland, termine che col tempo viene generalizzato per definire il jazz classico, creando a nostro avviso qualche confusione storica e musicale.