SCHEGGE DI JAZZ PURISSIMO, NEL GRIGIORE COMMERCIALE

 
 
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SCHEGGE DI JAZZ PURISSIMO, NEL GRIGIORE COMMERCIALE




Di Corrado Barbieri




Uno dei fenomeni musicalmente piu' deteriori della scena jazzistica storica sappiamo che fu l' orchestra di Paul Whiteman negli anni Venti. Un periodo tutto d'oro per il jazz, dove venivano piantate le pietre miliari della musica afro-americana, basti pensare agli Hot Five/ Seven di Louis Armstrong, o ai Red Hot Peppers di Jelly Roll Morton, o alle sperimentazioni chicagoane : un' autentica, immane esplosione di creativita' a cui nei primi anni di quel decennio avevano dato innesco la Creole Jazz Band di King Oliver e l'orchestra di Fletcher Henderson, entrambe tenendo a battesimo il fenomeno assoluto Armstrong, pronto ad esplodere con una musica inimmaginabile fino a quel momento.
In tanta creativita', naturale, genuina, in tale ricerca quotidiana di un modo nuovo di esprimersi musicalmente, da parte non solo dei piu' dotati, ma di cento altre band e musicisti che sentivano prepotentemente di avere qualcosa da dire in quel processo, a un certo momento apparve il musicista/ imprenditore, chi intendeva fare una musica in vista di obiettivi commerciali, di puro business, con un'orchestra da ballo sinfonica, il fatuo e pomposo Paul Whiteman, che, in barba ad ogni blasfemia, nella sua etichetta si fregio' della qualifica di - Re del Jazz- !

Ma per quanto il suo pubblico fossero le platee bianche desiderose di danzare al suono di melasse musicali, Paul voleva che quella parola Jazz fosse mantenuta alta, non certo per pura passione, ma perche' il jazz, giorno dopo giorno, si stava facendo strada e usarne il repertorio e i musicisti impreziosiva il pur commerciale prodotto. Ed era vero, senza quegli uomini Whiteman sarebbe scomparso ben prima dalle scene e la letteratura jazzistica mai ne avrebbe parlato. Se viene ancora citato un personaggio cosi' avulso dall'essenza della musica afro-americana e' perche' tra le sue file c'erano Bix Beiderbecke e musicisti come Trumbauer, Lang, Venuti, Malneck, e il debuttante Bing Crosby.
Si e' detto in piu' occasioni letterarie e cinematografiche che Whiteman per Bix fu come un padre, ma in realta' gli concedeva pochissimo spazio, quel tanto da poter vantare " il giovanotto con la tromba " nella sua orchestra e confezionare un prodotto che avesse la massima presa tra i ballerini dell'epoca.
Pero' in quei pochi minuti, a volte secondi, concessi a Bix, che in un primo tempo fu felice potendo disporre finalmente di un salario fisso, nascevano preziosita' jazzistiche di valenza assoluta, capaci oserei dire di poter innescare il pathos nonostante la brevita' degli interventi. 32 battute erano gia' da considerarsi una concessione generosa, ed e' tristissimo pensare a un Bix che non attendeva che quelle per esprimere la sua arte inimitabile, frutto del suo genio e del suo intenso sentire.
E prendiamo " From Monday on ", tipica canzonetta frivola dalle parole banali come le tantissime che venivano in quegli anni sfornate a getto continuo . Fu registrata almeno tre volte da Whiteman, tra il gennaio e il febbraio 1928 . Il primo take apre con le voci dei Rhythm Boys, di cui fa parte Bing, una musica " chewingum " come in futuro ne sarebbe nata tanta, Poi attacca Bix con le sue 32 battute. E qui di colpo parte una scheggia del the best of the best del jazz. E' Bix, col suo timbro inimitabile, col suo fraseggio irripetibile, con i suoi rip, strappi verso l' alto, suoi caratteristici, a cui seguiva spesso l' ascesa verso un tono piu' alto nel pur brevissimo finale dell'assolo. Poi tutto rientra, anche se Bix conduce le altre trombe nel finale del brano. La definirei una sorta di doccia scozzese sia per il musicista che per l'ascoltatore, dalla luce accecante dello swing espresso nell'improvvisazione, alla piattezza, al grigiore, e se l'artista voleva appagarsi di nuovo doveva attendere altri assoli, spesso anche più brevi...
Per quanto si possano tirare in ballo tutti i problemi psicologici di Bix, riguardanti la famiglia, il carattere, od altro, in questo stava esattamente il suo dramma : la castrazione di un grande artista, uno dei grandi geni musicali del 900, cui non era permesso esprimersi davanti alle platee piu' vaste che per pochi istanti.
Volendo far paragoni con altri campi dell'arte, peraltro a volte utili, ve lo immaginate i contemporanei Modigliani o Pablo Picasso interrotti, sospesi a meta' tela nel loro fervore artistico ?...
Ascoltiamo " From Monday on ", l'assolo di Bix giunge quasi subito, e quando finisce dobbiamo farlo ripetere, per gustarne i dettagli, i passaggi e farci stimolare da quelle sensazioni che solo il jazz può dare.

 

 


 

 



 

 

 

 


 

 

 

 





 

 
 
   
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