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Quando la musica cambio’, e fu Louis a farlo !
In America siamo in piena crisi economica, per la precisione negli anni molto bui del 1932/33.
Louis Armstrong é forse l’unico a non averne risentito. Dopo la creazione di quei gioielli assoluti del jazz usciti dalle sedute degli Hot Five e Hot Seven, ha sfoderato il suo talento di showman e soprattutto sta uscendo in piu’ forme quella sua prorompente musicalita’, inaspettata dai piu’, che gli permetterà di li’ a poco di rivoluzionare, a livello storico, il modo stesso di concepire la musica.
Il suo manager, Joe Glaser, legato marginalmente agli ambienti malavitosi, ha intuito tutto questo ed é co-artefice in quel momento, critico per l’America e per ogni musicista, del successo che Louis sta riscuotendo.
New York é stato in quegli anni il palcoscenico di Louis, la cui popolarita’ sta affermandosi velocemente. Un susseguirsi di registrazioni, concerti, clip cinematografiche caricaturali ( teniamo presente che la considerazione dei bianchi era ancora all’epoca pressoche’ nulla e per far scena non si esitava a camuffare i musicisti neri da zulu ...) . A quel punto Glaser teme che un successo di Louis così consistente possa innescare gli appetiti della malavita, e probabilmente ne ha già ricevuta voce. Decide quindi che é il momento per allontanarlo dalla scena americana e fargli intraprendere una lunga tourné in Europa, la prima, della durata prevista di un anno.
Siamo nel 1933 e ci focalizziamo sul concerto alla Tivoli Concert Hall di Copenhagen. É li’ infatti che si ha la prova visiva e auditiva che in quell’esatto periodo Louis sta cambiando radicalmente il modo di fare musica.
Louis canta e modella le frasi e le note come nessuno ancora ha fatto a quel livello di gusto, creativita’, comunicativa, la sua tromba é come scivolasse tra una sincope e un’altra. Una musica che non è piu’ solo ritmo frenetico, ma un flusso con il potere di sedurre mente e anima. Esegue tre brani che vengono filmati e ci testimoniano in modo a dir poco entusiasmante quel passaggio della musica a un’ altra marcia, a un modo destinato a influenzare tutto il mondo dell’arte musicale fino ai giorni nostri.
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