JAZZ AT OBERLIN : IL JAZZ ENTRA NEGLI ATENEI

 
 
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JAZZ AT OBERLIN : IL JAZZ ENTRA NEGLI ATENEI




Di Corrado Barbieri




E' il 1953, un momento storico importante per il jazz, il pubblico bianco lo sta scoprendo seriamente solo ora, ed e' in questi anni che viene riconosciuto ufficialmente come arte, a pari dignità della musica classica.
Dave Brubeck e' da poco sulla scena, cerca col suo Quartet, composto da Paul Desmond all'alto sax, da Ron Crotty al contrabbasso e da Lloyd Davis alla batteria, un suo sound originale e al contempo vuole andare incontro ai giovani, pensa di portare il jazz nei Campus e trova nei pochi appassionati dell' Oberlin College, nell' Ohio, una sponda giusta con cui rompere il ghiaccio.
Il pubblico e' a digiuno di jazz, quasi tutti non lo hanno mai ascoltato anche se magari lo hanno ballato al suono edulcorato delle big band di Swing. Verra' letteralmente investito da una serie di standard, aperta dal quartetto con uno strepitoso " These foolish things " dove Desmond " sboccia" con assoli da pietra miliare. Poi uno splendido " Perdido ", " Stardust ", " The way you look tonight " e " How high the moon ". La registrazione fara' rientrare la performance tra gli album immortali.
La stampa resterà del pari colpita e ne scriverà entusiasticamente, anch' essa investita da quel primo freschissimo vento del cool jazz, da quella musica che non e' speculare al bop, da un Paul Desmond che oserei affermare gia' al picco delle sue possibilità da un punto di vista tecnico. Lloyd Davis non e' il Joe Morello che vedremo, ma lo si ascolti con attenzione, e' uno straordinario batterista, considerando anche che quella sera aveva la febbre alta.


 

 

 


 

 



 

 

 

 


 

 




 

 

 

 

 

 
 
   
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