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Modernita', atmosfera e un tocco magico:
il Nat King Cole Trio



di Corrado Barbieri

 

 

















Siamo nel secondo quinquennio degli anni Trenta, le big band di swing imperversano incontrastate, via via saranno prigioniere di formule commerciali che diluiranno i contenuti jazzistici fino a farne sparire ogni validita'.
E' il momento in cui nascono, ignorati dai piu', piccoli complessi che spontaneamente mettono le basi per i fenomeni stilistici che appariranno in tutta la loro novita' a guerra finita. Abbiamo gia' parlato del genio innovatore Charlie Christian ( vedi in questa sezione), e contemporaneamente un altro giovane inizia a fare ascoltare un piano diverso.
Nat (poi King) Coles (poi Cole) e' cresciuto in una famiglia dove la musica e' pane quotidiano : padre pastore battista ottimo organista,madre cantante nello stesso ambiente. Negli anni Trenta ha gia' la capacita' di eseguire agevolmente al piano brani di musica classica e cerca una sua via di espressione : dopo un'esperienza nello show di Eubie Blake," Shuffle Along", la trova formando un trio col bassista Wesley Prince e un chitarrista di prim'ordine, Oscar Moore.
Nat ha trovato ispirazione in Earl Hines, che gia' in quei giorni si esprime in un linguaggio ben piu' avanzato di tanti pianisti della sua epoca, e nel tocco di Teddy Wilson. Un trio formato da chitarra elettrica,piano e basso, senza batteria, e' abbastanza inusuale in epoca swing, ma come succedera' quasi vent'anni dopo al Gerry Mulligan Quartet per il piano, si tratta di una innovazione non frutto di una folgorazione creativa, ma delle circostanze : doveva essere un quartetto,ma il batterista Lee Young da' forfait all'ultimo momento per andare altrove. Debutta cosi' un trio. Una formula che risulta molto raffinata grazie al tocco nitido, splendido, di Nat, alla chitarra leggera e ricercata di Moore, all'immaginazione degli arrangiamenti e a una interazione tra i membri del gruppo che rasenta la telepatia.
Dopo aver accompagnato Lionel Hampton in alcune sedute di registrazione, il trio nel 1938 inizia a partecipare a trasmissioni radiofoniche, che saranno il mezzo principale con cui Cole diventera' popolare. Il repertorio spazia da un mix di blues e jazz standard a classiche ballads, in cui ogni tanto Nat, per rompere la monotonia strumentale,canta in qualche passaggio . Se il suo stile pianistico anticipatore e le sue armonie influenzeranno in quegli anni molti musicisti, sara' il canto che via via prendera' il sopravvento nelle sue performance. Al basso nel trio subentrera' Johnny Miller, a un certo punto rientrera' alla batteria Lee Young, e alla chitarra Moore sara' sostituito da Irving Ashby. Ma il gradimento di Cole come cantante e' ormai in continua ascesa, gli altri componenti del trio diventano in pratica la sua sezione ritmica e il passaggio alla canzone e' questione di poco : il suo successo presso il grande pubblico e' inevitabile e di grandi proporzioni e dara' vita a una mole di registrazioni e di album musicali con la Capitol che hanno come precedente solo Sinatra. Nat e' " King" ed e' destinato a rimanere uno dei piu' grandi protagonisti della canzone americana in assoluto, con un sound unico che in tanti si sforzeranno di imitare.
Ma gli anni del Trio, quelli delle atmosfere jazzy e da club, dei brani da ascoltare " after midnight", restano per gli amanti del jazz e non solo per quelli, un momento di ascolto irripetibile ed estremamente godibile, per ogni notte, preferibilmente...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 


 

 

 

 




 


 

 

 

 




















 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 








 
 
   
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