Swing that Music
 
 
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LOUIS ARMSTRONG SWING THAT MUSIC




di Duccio Castelli



Un vecchio libro che risorge nel nuovo millennio, in forma sempre più' imponente.
Nel 1936 fu pubblicata per la prima volta questa autobiografia di Louis Armstrong, andando presto esaurita e passando piuttosto inosservata. 
Più' tardi doppiata dalla seconda (La mia vita a New Orleans), molto meno bella e probabilmente frutto di elaborazioni commercial-editoriali piuttosto esterne al nostro.

"Swing that music" io lo trovai nel 2007 o 2008 in casa di Armstrong a Queens, New York.
Aperta da poco come museo su Louis, ebbi il privilegio di essere ricevuto in modo casalingo da una cortesissima padrona di casa-guida, che ci scorto' soli (me e Rossano Sportiello) per gli anfratti personali e terreni, del Re del Jazz. 
Fu quasi un sogno... Riconobbi gia' da fuori i rossi mattoni che appaiono in certe foto d'epoca all'entrata della sua casa.
Una "home" calda e affettuosa in un quartiere popolare, e che Armstrong ormai ricco, volle mantenere sua per tutta la vita, modificando ed abbellendo quella bella casa con giardino. 
Pochi - a parte i suoi amici ai suoi tempi - erano entrati tra quelle mura, fino ad allora.
All'uscita appunto comprai questo libro.

Un libro da divorare, ma allo stesso tempo da centellinare.
Quando nelle sue pieghe Louis dipinge i personaggi del jazz tradizionale, le sue frasi hanno colori e ritmi inusitati. Maneggia la lingua quasi come domina la sua musica: aggettivi aguzzi e dentati, costruzioni suggestive! A volte "sbagliate" nella sintassi ma efficacissime e personali nella loro - nella sua - melodia.
Ed un intero lessico di "scat" ... letterari!
Si assimila in ogni pagina  l'humus storico di lui negro americano (allora si chiamava cosi', egli per primo cosi' si definiva), in tutte le sfaccettature di quello che - a torto - molti suoi simili definivano con disprezzo, come uno "Zio Tom".
No. Armstrong era un grande artista ma era  anche un grande uomo.
Si pose contro un presidente degli Stati Uniti, quando ritenne di doverlo fare.
E allo stesso tempo .. considerava con affettuosa disposizione, di essere e di volere restare il "ragazzo negro protetto dal padrone bianco Joe Glaser" (suo Manager).
Perche' Louis non era (e  grazie a Dio), una persona normale..

Un libro al di la' del documento storico e musicale, interessantissimo e accattivante.
Da leggere e da  rileggere subito.
E poi anche più' tardi.
SWING THAT MUSIC DI LUOIS ARMSTRON - Da Capo Press, reperibile in rete.

 
   
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