Come il jazz può cambiarti la vita
di Duccio Castelli
E' la più recente opera letteraria sul Jazz, scritta dal trombettista afro-americano Wynton Marsalis, uno dei più interessanti personaggi musicali ed artistici in senso lato di oggi, oltre che grande solista jazz (ed anche di musica classica). Wynton, di stirpe totalmente New Orleans e di famiglia di grandi jazzisti, è stato – ed è – osteggiato da molti critici musicali (per assurdo convenzionali, perché essi ripudiano aprioristicamente le convenzioni tradizionali precedenti), per il suo sperimentare una nuova costruzione dello stile Jazz di New Orleans mischiato alle tendenze del Jazz contemporaneo.
Uomo di grande cultura, professionalità eccezionale e rara intelligenza, in questo suo nuovo lavoro esprime sensazioni, insegnamenti e testimonianze che, come nel suo Jazz, tengono in conto i sentimenti diversi che convivono in uno spirito arguto e sensibile, per creare un'opera a sé, autosufficiente, bella e accattivante, sostanzialmente didattica. Un libro che si legge tutto d'un fiato, soprattutto superato il primo quarto, più lento. Una progressione .. da mezzofondista. Ma le parti più intessanti sono le molte frasi taglienti che Marsalis sferza di suo, o che riporta da Maestri "antichi" (spesso per sua testimonianza diretta, malgrado la sua ancora giovanile età).
Ecco dunque passaggi che ci toccano forte:
Il Blues ci rassicura con l'imprevedibile inevitabilità della vita stessa. Per quanto le cose vadano male, potranno andare meglio. Sarebbero comunque potute andare peggio.. consultate Ray Charles ed il suo " Let the good times roll" (spendido! ndr) e saprete perché i Blues non moriranno mai.
Quell'incrollabile ottimismo fa parte di ciò che rende i blues così tipicamente americani... tendono a finire con degli " Everything will be all right". Può sembrare ingenuo , ma non c'è nulla di ingenuo in questa visione: il blues, in tutte le sue incarnazioni, nasce dal dolore.
..il più grosso errore che può commettere un jazzista è allontanarsi dal blues.
..quando accetti il blues, chiunque tu sia, accetti la tua condizione di essere umano.
..L'America è il nostro melting pot, ma lo Swing è il nostro ritmo e il blues la nostra canzone.
Qui sta il problema. Il Jazz, il più importante contributo artistico dell'America al mondo, ... fu creato da gente all'ultimo gradino della scala sociale.
Una ossessione derivata dal razzismo ...a chi appartiene questa musica? La risposta tende il tranello di rispondere se la migliore pelle sia bianca o nera.. Ebbene, se Louis Armstrong era il migliore ed era scuro, allora la risposta è scuro? E chi è un altro con la pelle scura che suona la tromba bene come lui?
Ne esistono con la pelle chiara – Bix Beiderbecke per esempio – che sono meglio del prossimo trombettista nero della lista? Chi è il nero che suona il soprano meglio di Bechet (creolo)? E che mi dite di Django Reinhardt, un gitano belga?
E i musicisti neri che non suonavano bene come i bianchi Teagarden o Buddy Rich? Non erano abbastanza neri?..
Questo dice e molto altro, Wynton Marsalis.
Questo libro sarebbe da riportare integralmente. Voi leggetelo, se amate il jazz, l'intelligenza, la vita.
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