Lettera a Joe Morello
di Corrado Barbieri
Caro Joe,
mi manchi, molto più' di altri,forse perche' nella mia mente si e' fissato quel tuo aspetto di eterno giovane professore californiano. Joe Morello, cognome tipicamente siciliano, chissà quando emigrarono i tuoi.
E si' che ho sempre con me, qui sul tablet,il tuo album da cui mai mi sono separato, "Gone with The Wind". Fu quello che mi fece approcciare il Jazz West Coast, che mai piu' lasciai. E lo ascolto, e riascolto i tuoi break in "Swanee River", le tue incredibili, superbe spazzole in "Camptown Races" e il tuo lungo assolo con le bacchette in "Short'nin Bread".
Sempre perfetto, sempre raffinato nei tuoi accenti e interventi, mai farraginoso, ingombrante. Un batterista per me deve essere cosi'. E ti dico una cosa che forse hai sempre pensato anche tu, ma ovviamente non hai detto: Brubeck e' stato grande, Desmond grandissimo, ma senza di te il quartetto, il Dave Brubeck Quartet leggendario, non sarebbe stato cosi' leggendario. E se ne ebbe la prova lampante quando te ne andasti a suonare altrove.
Dodici anni di sodalizio con loro, e che gioielli faceste nascere! E insisto, sempre tu fosti quello che forniva l'elemento di novita', di sorpresa per chi ascoltava. Time out! Che album, e poi, non contenti, Time further out.
Cinque quarti, sei quarti, sette quarti addirittura! E alla fine del brano si sente la tua risata, soddisfatto di aver eseguito perfettamente un brano con questo tempo incredibile. Certo, poi c'era "Blues Rondò a la Turk", con tempi insoliti e quello che rese il quartetto celebre in tutto il mondo, quel "Take Five" dal grande successo commerciale, che mai ci si stanca di ascoltare.
Ti ho visto anche nei video. Compassato, serio, schematico, nulla di simile ai pur grandi Krupa o Rich che furono i padri della batteria jazz. Un amico batterista arguiva che tu al posto dei polsi avessi cuscinetti a sfere...!
Gone with The Wind,grande Joe !
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