Bird e Laura
di Corrado Barbieri e Adriano Pateri
Laura is the face in the misty light,
Footsteps that you hear down the hall.
The laugh that floats on a summer night
That you can never quite recall.
And you see Laura on the train that is passing through.
Those eyes, how familiar they seem.
She gave your very first kiss to you.
That was Laura but she's only a dream.
Un film noir di Otto Preminger del 1945, intrigante e di atmosfera, Laura, stesso titolo per film e canzone,composta da David Raksin con parole di Johnny Mercer. Una Laura difficile da dimenticare dopo aver visto il film, perche' lei e' l'affascinante e sofisticata Gene Tierney, e il motivo sottolinea piu' volte i momenti di mistero della vicenda.
Le parole,decisamente poetiche, sono riferite ad una persona amata, che in qualche modo sta scomparendo - you see Laura on the train that is passing through- come dissolta in un sogno - that was Laura, but she's only a dream - Il brano era ideale, per sua struttura e per il tempo molto lento, per diventare uno standard jazzistico, destinato ad essere interpretato da tutti gli artisti da quel momento fino ad oggi.Ma la versione insuperata e insuperabile e' quella di Charlie Parker del 1950.
E qui si inseri' allora l'elemento stupidita', tipico del "purismo", che poi spesso non e' che chiusura mentale e insufficienza culturale (lo scrivente a vent'anni lo fu per il jazz classico). Laura e' inserita in quella serie di registrazioni "with strings", con gli archi, che ebbero luogo a fine anni 40 / inizio 50 presso la Mercury e che fu vista senza mezzi termini dai puristi del tempo come una prostituzione a fini commerciali di Parker. Le sedute ebbero l'input di Norman Granz, fattore già garante di lungimiranza e apertura nelle valutazioni artistiche, poiché se ci fu un uomo a cui il jazz molto deve per la sua diffusione e che molto rischio' per convinzione e passione pura, quello fu proprio Norman Granz. In realtà Parker aveva da tempo quel desiderio, che poi sarebbe stato anche di tanti altri musicisti (compresa Billie Holiday) e certamente si capi' quale sarebbe stato il risultato.
Diversificandosi momentaneamente dai suoi quintetti bop, e dalle sue composizioni, Bird creo' qualcosa di enormemente lirico, e quindi per definizione immortale. Ponendosi con il suo sound prodigioso in primo piano sul sottofondo degli archi e degli strumenti di uso sinfonico, ottenne un effetto emozionale semplicemente straordinario, da sfidare chiunque a non sentire, ascoltandolo, un momento di commozione e profonda riflessione.
Dal punto di vista strettamente musicale e' interessante rilevare come il brano sembri iniziare in tonalita' di Sol maggiore ma dopo un elaborato sviluppo su diversi piani armonici si concluda in un Do maggiore imprevedibile all'inizio.
Naturalmente tutti i brani di quelle registrazioni hanno come risultato un forte impatto emotivo: la bellissima East of the Sun, I Remember April, Easy to Love, I didn't know what time it was, Dancing in the Dark. A distanza di 65 anni da quelle sedute li riascoltiamo (gli album sono stati riproposti dalla Verve a meta' anni 90 in cd) con piacere sempre piu' intenso e con mai mancata commozione, e la magica composizione Laura, beh, Laura squote più degli altri brani il nostro animo in qualunque momento la si ascolti.
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