Tommy Ladnier

 
 
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Tommy Ladnier




di Corrado e Alberto Barbieri



L'antesignano degli scrittori di jazz (critici e' sempre parola orrenda), Hugues Panassie', affermo' che Tommy Ladnier era secondo solo a Louis Armstrong. Panassie' era un irriducibile entusiasta della musica afro-americana nel suo primo stile, al punto che quando si affaccio' lo Swing ne rimase colpito cosi' negativamente che si fece carico, nel quadro di un suo progetto di riscoperta del New Orleans classico, di ritrovare Ladnier (siamo verso la fine degli anni Trenta e aveva avuto modo di ascoltarlo a Parigi) per alcune sedute di incisione.
Tuttavia quella sua affermazione sopra le righe aveva,a nostro avviso, una sua ragione d'essere. Ascoltando infatti quello stile asciutto, fatto di poche note intensamente interpretate e di fresca improvvisazione si puo' individuare niente di meno dell' essenza del jazz. Un eccelente esempio di come un musicista con una tecnica strumentale limitata e nemmeno tanto creativo potesse cogliere nel segno col suo sound, col suo animo, con la sua forza. Per averne conferma si provino ad ascoltare quei sette brani chiave con la Tommy Ladnier and His Orchestra e con il Mezzrow-Ladnier Quintet:
"Really the blues", "Weary Blues", "Royal Garden Blues", "Everybody loves my baby", "Ain't gonna give nobody none of my Jelly Roll" ,"If you see me comin" e "Getting together". Brani in cui si ha anche il privilegio di ascoltare lo straordinario chitarrista Teddy Bunn e anche di constatare quanto Tommy avesse in quegli anni assorbito dai " chicagoani".
Tommy Ladnier era nato nel 1900 nei pressi di New Orleans e negli anni Dieci aveva gia' potuto suonare, giovanissimo, con Bunk Johnson e altri veterani della citta' del Delta. Trasferitosi come tanti a Chicago, aveva avuto modo di accompagnare le prime grandi cantanti di blues, Ma Rainey, Ida Cox, Alberta Hunter, poi nel 1925, gli si era presentata l'opportunita' di recarsi in Europa, divenendo cosi' uno dei primi jazzisti a varcare l'oceano per esibirsi. Tornato negli States, suono' con Fletcher Henderson per poi riattraversare l'oceano ed esibirsi nel 1929 a Parigi e a Londra con l'orchestra di Noble Sissle.
Nel 1932 fu con Sidney Bechet nei New Orleans Feetwarmers, una band con cui registro' in parecchie sedute, cariche di travolgente swing, nel cui ascolto non e' agevole apprezzarlo dato il trabordante dominio di Bechet. La depressione lo vide barcamenarsi dando lezioni di tromba e in un tentativo di aprire un negozio di sartoria ad Harlem (con Bechet) per sopravvivere.
E' nel 1938 che incontrera' Panassie' per quelle storiche registrazioni, e per alcune altre con Bechet, partecipando anche ai famosi concerti From Spiritual to Swing (vedi) organizzati quell'anno da John Hammond. Era il 1939 e dopo un'altra seduta di registrazione con Mezzrow, fu colpito da un infarto. Finiva cosi' la storia breve di un musicista il cui ascolto costituisce una tappa ineludibile per ogni amante del jazz classico, tenendo in mente quella sua caratteristica che aveva fulminato Panassie' e che ci dispensa ancor oggi sincere emozioni.

 

 

 




 

 

 

 

 


 

 

 

 


































 

 












 
 
   
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