UN KID FOREVER.2 - Kid Ory - Parte II

 
 
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UN KID FOREVER.2
Kid Ory - Parte II
































di Corrado Barbieri




Siamo negli anni ' 50, e Kid Ory ha 65 anni suonati. Sara' qui pero' che dara' il meglio e il suo tailgate senza tempo risuonera' nelle sedute di registrazione soprattutto della Good Time Jazz e della Verve, nonche' nelle decine di concerti in Europa e negli Stati Uniti, dove gli appassionati di jazz classico attendono come un evento storico l'incontro col vecchio Kid che rappresenta meglio di chiunque altro il New Orleans.
Nella Kid Ory' s Creole Jazz Band come tromba entra Teddy Buckner, che definirei armstronghiano al cento per cento, dotato oltre che di grande swing, di un timbro squillante e pulito, un partner ideale per Kid. Dopo Mutt Carey, della vecchia guardia, e' uno dei primi musicisti delle generazioni successive a entrare nella band, e i brani registrati assieme sono tutti eccellenti. Anche al clarino, con avvicendamenti piu' frequenti, Kid si affianca a uomini di nuove generazioni: Bob McCracken, George Probert, Pud Brown, ancora una volta l'eccellente Joe Darensbourg e il sottovalutato Phil Gomez.
Gli album registrati sono tutti travolgenti e in particolare una dozzina di brani, editi inizialmente in Italia su tre EP, sono interpretati con una carica musicale tale da costituire un caposaldo del jazz classico: "South Rampart Street Parade", "The Girl Go Crazy", "St.James Infirmary", "Bill Bailey", "Milenberg Joys", "St.Louis blues", " Ory's boogie" sono
tra le tappe obbligate per l'ascolto.
Da notare che la sezione ritmica e' ancora rappresentata da veterani di New Orleans, fattore che, nonostante l'introduzione di musicisti piu' giovani, tiene ancorato saldamente il sound alla tradizione: il fedele Ed Garland al basso e Minor Hall, che purtroppo scomparira' dopo pochi anni, ma fara' a tempo a partecipare agli album della Good Time Jazz che costituiscono il top della musica del Kid. Sono gli LP contrassegnati dalle date 1954 e 1955 e i tre del 1956, in cui le perle musicali sono innumerevoli, al punto che stilarne un lungo elenco appesantirebbe questo testo.
Alla tromba in questa formazione c'e' un nuovo elemento, con cui Kid registra una serie di brani-gioiello, Alvin Alcorn, la cui tromba non ha l'energia di quella di Buckner, ma ha un timbro piu' pastoso, un fraseggio stretto e articolato, e negli assieme e' semplicemente perfetta per la musica del Kid dei 70 anni. Un' eta' portata splendidamente in
fatto di forma musicale e fisica, mentre l' aspetto di "vecchio di New Orleans" ha un fascino indiscutibile presso i fans europei! Il tailgate continua! E nel suo stile fatto di relativamente poche note il Kid ottiene piu' risultati artistici di molti altri piu' sofisticati trombonisti.
La fine degli anni '50 e i primi '60 vedono ancora una stagione interessante e intensa per Kid Ory, quella delle registrazioni per la Verve. Si tratta di circa 100 brani (oggi contenuti in un cofanetto di otto cd) articolati su varie formazioni, di cui fanno parte, come si diceva, musicisti di estrazione moderna che non solo non appaiono fuori posto, ma con i quali la band di Ory riesce ad avere un sound diverso dai precedenti ma assolutamente piacevole. Sono diversi anche i brani stessi, in quanto parecchi sono composizioni di anni recenti, oppure appartenenti piu' al repertorio dello swing (uno per tutti "In the mood"). Mentre come clarinettisti vi e' il solito avvicendamento di quelli che abbiamo citato, alla tromba si puo' ascoltare Red Allen o il tradizionalista Andy Blakeney, ma la maggior parte e' eseguita da Marty Marsala, un'ottima tromba di derivazione alquanto chicagoana (inteso come Chicago style bianco), con cui Ory si muove a suo perfetto agio. Ma e' la sezione ritmica, con Cedric Haywood al piano e soprattutto Frank Haggerty alla chitarra, a fornire un tocco piu' moderno e anche una spina dorsale robusta alla band.
Colui che - e' il New Orleans - non solo ben si amalgama con questi inusitati compagni, ma riesce a regalarci una musica piacevolissima costellata qui e la' di novita' in fatto di scelte di repertorio. Il sound del Kid non e mai fuori posto e a 75 anni e' in perfetta forma.
In una carriera cosi lunga e con una vasta discografia, come si e' detto, le chicche sparse qui e la', dalla Francia alla California, sono tante e la loro ricerca puo' costituire un piacere per ogni estimatore di questo artista.
Kid Ory prendera' parte anche ad alcuni film, tra cui "New Orleans" e "Benny Goodman Story" (vedi), due documenti storici e due occasioni per vederlo in azione, per quanto oggi youtube ci consenta di vederlo anche al concerto parigino alla Salle Pleyel, in un concerto non riuscitissimo con Red Allen alla tromba, forse un elemento sbagliato per il tipo di sound che caratterizza il Kid.
Non si può non soffermarsi in chiusura sul canto di Kid Ory, su quei brani in dialetto Patois, e soprattutto sul quel suo quasi-inno "Eh La Bas!", li' dentro c'e' New Orleans, il Jazz e tutto l'entusiasmo e la passione per questa forma d'arte che non finisce mai di stupirci e per la quale non saremo mai grati abbastanza a questi suoi creatori.









 














 

 

 

 

 

 



 








 
 
   
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