Via col Vento Grande Joe
 
 
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Via col Vento Grande Joe!

 


di Corrado Barbieri

 

 

Mi fulminò quando comprai il primo EP, quelli piccoli con quattro brani.
"Gone with the Wind!" del Dave Brubeck Quartet, una formazione che sappiamo immortale. Si ascoltava in Italia per la prima volta il sax vellutato, carezzante, di Paul Desmond. Impossibile non esserne piacevolmente coinvolti. Ma chi fulminava era lui, Joe Morello, alla batteria: raffinato, con break secchi ma fluenti, inaspettati, perfetti sempre, mai farraginosi. E alle spazzole che dio! Con quelle credo sia stato in assoluto il massimo .
Si iniziava di solito ad ascoltare da “Swanee River”, aperto da un asciuttissimo Brubeck, con l' eccellente Gene Wright al basso, e lui, Joe, già in movimento con accenti, piccole raffinatezze di tocco, ma evidenti, sempre, e in grado di far appuntare l'attenzione su di sé anche quando entrava Desmond. Poi, a fine brano, una lunga serie di brevi break, e quindi via sul piatto verso la chiusura. Poi c’è “Camptown Races”, difficile descrivere  l'accentare e il rullare di Joe con le spazzole, metallico, perfetto.

Joe Morello, classe 1928, aveva iniziato fin da bambino con gli studi classici di violino, per poi accorgersi che non avrebbe eccelso come lui desiderava e dedicarsi alla batteria.
Il sodalizio con Brubeck, lungo 12 anni, fu certo la sua impresa musicale più importante, e azzardo che quando lui ne uscì il quartetto non fu più lo stesso, per quanto sempre validissimo. Leggendaria formazione, abbiamo detto, sì, ma con lui, lo rimarrà con Joe.
Aveva debuttato nel 1959 con i  due brani "Katy's Waltz” e "Three to get Ready", rispettivamente in 3/4 e 4/4. 
Una scelta caratteristica di Brubeck in quegli anni fu la composizione e l'esecuzione di brani con tempi inusitati: l'album Time Out  introdusse questa novità, rendendo subito popolari brani come "Take Five", interamente in 5/4 e "Unsquare  Dance ", nel quale Morello con le sole bacchette esegue un 7/4. Altro brano che avrà successo e caratterizzerà il quartetto in quel periodo sarà "Blue Rondo á la Turk ".Quasi superfluo dire che tali esecuzioni resteranno esempi immortali dell'uso di tempi insoliti proprio grazie all'abilità e al tocco di Joe Morello.
Questa esperienza non si fermerà tuttavia all'album Time Out, ma verrà ripetuta in modo anche più eclatante nel successivo Time Further Out con il sottotitolo Miro Reflections e naturalmente la copertina vedrà riportato un quadro di Miro. Questo disco spazia da brani quali " It's A Raggy Waltz ",di intonazione barocca,a " Bluette"  in 5/4, influenzato da composizioni di Chopin, a " Far more Blue " in 5/4, a Far More Drums sempre in 5/4. "Maori Blues" è invece un brano in 6/4 che Brubeck  afferma essergli stato ispirato nel corso di una cerimonia Maori in Nuova Zelanda durante un tour del quartetto. L'album ripresenta anche "Unsquare Dance" in 7/4, un'autentica sfida a seguire col piede o battendo le mani un tempo cosi difficile. Alla fine del brano si può anche ascoltare la risata di un Morello soddisfatto di questa sua straordinaria performance. E' interessante rilevare   come tempi musicali cosi insoliti non sono affatto da considerare estranei alla musica dei neri, come è stato fatto notare  da alcuni musicologi.
Joe registrerà nel corso della sua vita 120 album, 60 dei quali col Dave Brubeck Quartet. Sarà anche autore di parecchi libri didattici per batteristi, tra cui il piú importante resterà “Master Studies”.

Non elenco i numerosissimi premi e riconoscimenti ottenuti da Joe Morello nel corso della sua lunga carriera, terminata con la sua scomparsa nel 2011 all'età di 82 anni, poiché sappiamo che il più importante traguardo è stata l'immortalità delle sue esecuzioni,nelle quali non si finirebbe mai di ascoltare il suo raffinato e fantasioso tocco.

 
   
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