Dall'Atlantico all'Eternita': grande Amy!
di Duccio Castelli
Stanotte traversando l'Atlantico ho ascoltato negli auricolari tre cantanti che conoscevo poco o niente.
Ho selezionato dei temi cantati da Dee Dee Bridgewater. Grande big band con grandi arrangiamenti, grande professionista. Voce tipica e grande mestiere.
Non ho apprezzato l'uso che spesso fa di certi suoni arrugginiti, eccessivi e impovvisi, forzati. Per il resto, un "Saint James Infirmary" stile Nabucco, poco jazz, buono per i plateoni.
Poi seleziono Nina Simone. Famosa e come tutti brava. Ma manca di verve, e poi il suono sembra un po' la voce Fantozzi che parla nell'imbuto per non farsi riconoscere. La pensavo meglio.
Non avendole già nel mio archivio, ora queste cantanti le ho ascoltate, e resto però quello di prima..
Poi vado sul film-documentario sulla vita di una cantante Pop: Amy. Mi dicono della storia, della solita droga che non fa più personaggio e so della vita piuttosto debosciata. Parto quindi leggermente prevenuto, ma solo un pochino, diciamo solo non in simpatia.
Ma la simpatia qui non giuoca alcun ruolo... perchè in sole quattro battute (come sempre succede con i grandissimi) - lei c'è, mi tiene, la tengo.
E' formidabile. Mi ha lasciato l'insonnia, e una lacrima.
Fa un uso della bellissima voce - molto sua - (Billie Holiday ma solo vagamente... in realtà è solo lei, Amy), così particolare, così strumentale e diverso da schemi, per chiudere certe frasi. Viaggia, vola, in un'altra dimensione, quella dei grandissimi, volteggia per cieli passeggiati da loro:
Paganini. Feliciano. Aretha. Ray. Barbara. Louis.
Due cose che si dicono:
Tony Bennett la mette a livello della Fitzgerald e di Billie.
Lei si autodefiniva (pur avendolo praticato poco) non una singer, ma una Jazz singer.
E una ne dico ancora io: è l'antitesi di Diana Krall bravissima, ma scolastica e vuota (come Michael Bubblè).
Great Amy !
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