ELLA FITZGERALD
"The first lady of song"
di Tano Ponzoni
Viene spontaneo assimilare il personaggio Ella Fitzgerald a Louis Armstrong: chi non la conosceva? Chi non sapeva, per quanto a digiuno musicalmente, che era legata al jazz?
In realtà i due artisti avevano molte doti in comune, oltre naturalmente allo straordinario talento. Entrambi nella loro carriera jazzistica avrebbero dato al pubblico tutto ciò che potevano dare e anche di più, fino a compromettere
la propria salute fisica e fino alla fine dei loro giorni. Un importante critico inglese, Mike Butcher, disse negli anni '50 "... indubbiamente oggi non esiste un'altra personalità nella musica jazz e popolare che goda di tanta stima al mondo come Ella Fitzgerald... prendete una dozzina di dischi diversi di Ella e analizzateli. Se scoprite un errore tecnico, canoro o stilistico sarete diventati più critici di mille
critici messi assieme".
Il fenomeno Ella Fitzgerald era nato nel periodo dello Swing cioè della musica che in quel momento la gente in America voleva sentire, per cui i suoi consiglieri musicali, Benny Carter, Fletcher Henderson e Chick Webb (non gente da poco...), la spingevano nella direzione del "vocalese Swing", che per quei tempi era quasi una scelta obbligata. La tecnica delle grandi cantanti di blues del passato, Bessie Smith e Ma Rainey ad esempio, non sarebbe stata più accettata in quel momento dal pubblico. Ciò non impedì ad Ella, nel prosieguo degli anni, di evolvere il suo stile fino a giungere, nella sua maturità artistica, all'esecuzione delle ballad dei grandi compositori.
Dotata di una grande tecnica, che le permetteva improvvisazioni su un registro esteso (tre ottave anche se l'ultima in falsetto), era anche provvista di un timbro freschissimo, di swing, buon gusto, dolcezza e tanta simpatia.
Biografia
Ella Fitzgerald nacque il 25 aprile 1918 a Newport News (Virginia) in una povera famiglia, della quale si conosce solo la madre, lavandaia, poiché il padre era sparito prima che Ella vedesse la luce, e un patrigno portoghese.
Da bambina si dilettava soprattutto di danza e la sua preferenza musicale andava a Connie Boswell, una delle sorelle del trio che in quei tempi spopolava con le orchestre dei Dorsey Brothers e di Bob Crosby. Quando la famiglia si trasferì al nord, Ella prese a partecipare a concorsi di danza. A uno di questi, organizzato dall’Apollo di Harlem, spinta dai suoi amici, invece di ballare ottenne il permesso di cantare. Era presente allo spettacolo Benny Carter, che fu colpito dalle doti canore della ragazzina (aveva solo 16 anni) e ne parlò a Fletcher Henderson, la cui big band allora andava per la maggiore, ma questi, distratto da mille impegni, si dimenticò della segnalazione di Carter. Non così la CBS, che offrì ad Ella un provino
per una trasmissione radio. La cosa però non poté avere seguito perché la madre di Ella morì in quei giorni.
L’anno successivo tentò di presentarsi alla Harlem Amateur Hour, dove la fecero cantare accompagnata dall’orchestra di Tinny Bradshaw e da quella di Chick Webb, un piccolo batterista nero la cui big band era in ascesa ad Harlem. Quella volta in sala c’era Moe Gale (manager del Savoy Ballroom dove suonava Chick) che offrì alla giovane cantante un contratto di una settimana per soli 10 dollari. Bastò una sola serata per convincere Chick Webb ad assumerla in pianta stabile. Il sodalizio professionale, ma anche affettivo (Ella si era legata in amicizia anche con la moglie di Chick), dette subito i suoi frutti. Cominciò a esibirsi con successo al Savoy e in tournée, dapprima in brani ritmati, e poi in altri di maggior impegno melodico. La Decca, che già teneva sotto contratto Webb, estese i termini anche ad Ella, e nel periodo dal 1935 al 1939 le fece registrare (eccezionale per quegli anni) ben 44 facciate di 78 giri, le prime delle quali furono "Love and Kisses" e "You Here to Stay" , e soprattutto la prima ottenne un successo strepitoso.
Gli ottimi rapporti con Chick le permisero anche di partecipare a registrazioni sotto il nome di Savoy Eight e nel 1937 registrò anche con i Mills Brothers. Nel 1936 Benny Goodman si interessò ad Ella facendole registrare per la Victor RCA alcuni brani (la splendida "Goodnight My Love" e "T’Anin No Use e Did Ja Mean It") che però poterono essere pubblicati solo negli anni ’50 per il veto imposto dalla Decca. Negli anni 1938 e 1939 il successo dell’accoppiata Fitzgerald-Webb continuò senza soste. Nacquero così successi che sono passati alla storia del jazz, dalla banale filastrocca infantile "A Tisket a Tasket", a "Ella, Hart of Mine, Just a Single Melody".
In quegli anni, Ella ottenne assieme a Bing Crosby il primo posto nell’inchiesta annuale di Down Beat. Chick Webb, però, ammalato di una grave forma di tubercolosi ossea e stremato dalle tournée alle quali, dato il successo strabiliante, non sapeva rinunciare, non resse. Morì a soli 37 anni a Baltimora, il 16 giugno 1939. L’orchestra non si sciolse e continuò prima come Chick Webb Orchestra, poi come Ella Fitzgerald and her Famous Orchestra.
Nel 1941, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, come tante altre orchestre decimate dal richiamo sotto le armi dei giovani musicisti, quella della Fitzgerald si sciolse definitivamente.
Durante gli anni di guerra, per la mancanza di strumentisti, per lo sciopero promosso dal sindacato dei musicisti e per la carenza della materia prima per la fabbricazione dei dischi (la gomma lacca), le registrazioni di Ella si contavano sulla punta delle dita. Sempre per la Decca, uscirono dei dischi nei quali era accompagnata da gruppi vocali, come i Four Keys (1942), gli Ink Spots (1943), i Song Spinners e i Delta Rhythm Boys. Finita la guerra e risolto lo sciopero, registrò con l’orchestra di Billy Butterfield con Billy Kyle e con Bob Haggart nel 1947.
Intanto aveva modificato di nuovo il suo stile sotto l’influenza delle nuove idee musicali portate avanti dai bopper. La frequentazione della Fitzgerald da parte di questi musicisti e la tournée con Dizzy Gillespie nel sud degli USA rinfocolarono ancor più l’entusiasmo dei suoi fan. In quegli anni nacquero le registrazioni di "How High the Moon", "Flying Home" e "Lady Be Good", sulle quali Ella trascinò il suo canto al di là della ballata, con imitazione degli strumenti (chitarra, basso, tromba) e della voce roca di Louis Armstrong, con divagazioni e citazioni di standard nel contesto dell’improvvisazione. Insomma era diventata un vero strumento canoro e le sue possibilità divennero praticamente illimitate.
Nel 1948 conobbe il bassista Ray Brown e lo sposò. Ray faceva parte del gruppo Jazz at the Philarmonic organizzato da Norman Granz e la cantante venne coinvolta anche al di là dei confini nazionali, girando il mondo con la JATP.
Purtroppo, di questo periodo non vi sono documenti discografici, poiché Ella, ancora sotto contratto con la Decca, doveva regolarmente cancellare la sua voce dai nastri degli spettacoli. Norman Granz divenne il suo manager, e nel 1955, risolto il contratto con la Decca, Ella cominciò a registrare per la Verve, la neonata casa discografica di Granz.
I primi LP che Norman Granz fece registrare ad Ella furono quelli con Louis Armstrong, dischi che ebbero subito uno strepitoso successo. Seguirono poi "Porgy and Bess" e un’altra serie di standard, accompagnata da Oscar Peterson, Herb Ellis e Ray Brown. Le tournée si susseguivano senza sosta. Nel 1952 cantò in Europa, e nel 1953 anche in Italia per la prima volta.
Nel 1937, dopo una massacrante serie di spettacoli, Ella andò in crisi depressiva, ma nonostante questo la sua attività discografica continuò accanto a Duke Ellington, a Count Basie, a Nelson Riddle per una serie di LP dedicati a tutti i grandi autori di standard (soprattutto George Gershwin), in un cofanetto di ben 5 LP, illustrato dal pittore Dufy.
Nel 1960 Ella fu in Sud America, dove si cimentò anche con i ritmi della Bossa Nova. Nel 1961, nel ’62 e nel ’63 era di nuovo in Europa con Oscar Peterson, Ray Brown, Coleman Hawkins, Roy Eldridge. L’anno dopo volò in Giappone e poi ad Antibes per il Festival del Jazz. Poi negli Stati Uniti registrò un LP con Count Basie per gli arrangiamenti di Quincy Jones.
Era ancora in testa nella classifica del Down Beat, ma quel tour de force le provocò un collasso, il secondo. Nel 1965 si unì all’orchestra di Duke Ellington, e un anno dopo era di nuovo in Europa e a Milano dove tenne due memorabili concerti. L’attendeva un grande pubblico euforico che le tributò, solo in uscita, ben sei minuti di applausi. Nel 1967 Norman Granz cedette la Verve ed Ella divenne una free lancer a tutti gli effetti. Registrò per la Capitol con Benny Carter, poi, instancabile, con Bacharach, Jobim, Count Basie e con Ellington.
Nel 1970 fu a Nizza al Teatro della Verdure per un concerto ma, per la prima volta, dovette abbandonare il tour dopo aver onorato lo spettacolo fino all’ultimo minuto. Un’emorragia a un occhio la rese quasi cieca. Venne operata a Boston e poco dopo riprese i suoi impegni.
Tornò nel 1972 in Europa, all’Arena di Verona per un grande concerto con Roy Eldridge, Max Roach, Charlie Mingus, Phil Woods e Maynard Ferguson. La vedette era ancora lei. Volò a Tunisi ma venne di nuovo colta da un’emorragia retinica: dovette interrompere tutto e sottoporsi a Boston a un ulteriore intervento. Dopo pochi mesi era di nuovo sulla breccia; partecipò al Festival di Newport e sempre nello stesso anno, il 1973, alla Carnegie Hall di New York per un recital in onore del suo primo leader, Chick Webb, con l’orchestra diretta da Eddie Barefield. Nel ’74 e nel ’75 era di nuovo a Londra e poi a Montreaux, sempre sotto l’egida della Pablo, la nuova casa discografica di Norman Granz.
Nel 1976 cominciò il declino fisico di questa splendida e infaticabile cantante. Le sue condizioni di salute peggiorarono di giorno in giorno e le fu impossibile sostenere ulteriori fatiche. Si ritirò definitivamente prima che il diabete compisse l’opera di distruzione.
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