Siamo a inizio anni Ottanta, si era cementata un'amicizia tra mio zio Alberto (noto jazzofilo della prim' ora in Italia ) e David Ritz, uno dei piu' prolifici scrittori di saggi musicali americani (biografie di Ray Charles, Aretha Franklin, Etta James e tanto altro) allora ancora professore universitario in California. Si riunivano nella sala ascolto in cui decine di appassionati erano stati deliziati, fin dal dopoguerra, dalla smisurata discoteca di mio zio, al quale piaceva sorprendere i suoi ospiti.
Una sera, dopo vari ascolti, mise un disco senza annunciare l' esecutore, si trattava di una cantante e David rimase un po' sorpreso perché non riusciva ad individuarla, anche se mostrava tutto il suo gradimento.
In realtà non la conosceva veramente e il suo vagare tra i vari nomi delle cantanti di jazz americane non poteva fargliela indovinare, si trattava di Jula De Palma .
Una sorpresa riuscita e una straordinaria scoperta da parte di Ritz. Perché in effetti Jula straordinaria la e', una cantante jazz nata e vissuta per buona parte della sua vita in un paese, l'Italia, in cui le platee per quel tipo di artista sono così esigue e i media cosi' frivoli e incolti che anche i piu' dotati, anche una Jula De Palma, possono essere relegati nell'ombra, per anni, per essere rispolverati magari solo occasionalmente.
Una vergogna tutta italica e un vanto tutto italiano aver avuto Jula.