BOB SCOBEY
E la sua indimenticabile Frisco Band
di John Milner
Abbiamo detto che la diaspora dalla Yerba Buena Jazz Band vide come principali protagonisti il trombonista Turk Murphy e il trombettista Bob Scobey, che radunarono poi attorno a se' altri elementi che avevano preso parte alla creazione del San Francisco Style.
Come Lu Watters, Scobey aveva scelto la musica come professione e anche in lui covava il "sacro fuoco" del jazz di New Orleans.
Se entrambi avevano come idolo Louis Armstrong, Scobey aveva pero' anche Bunny Berigan,una delle trombe da cui non era difficile rimanere affascinati, soprattutto per il timbro limpido e argentino. Fu proprio questa una delle caratteristiche della sua tromba, unitamente a un drive incontestabile, a un fraseggio stretto e fluente e a una fantasia espressiva superiore a quella del suo leader Watters. Da notare che le due trombe della Yerba Buena in effetti si alternavano spesso nelle parti,per ottenere un sound piu' vario, per cui Scobey non fu da considerare solo una "seconda tromba".
Nel 1949, all' uscita del trombonista Turk Murphy, suono' con la band che aveva formato in alcune sedute di registrazione e all' inizio del 1950 debutto' con la sua Bob Scobey's Frisco Band al Victor & Roxie's e fu l'inizio di un grande successo: le registrazioni con la Good Time Jazz (per cui aveva registrato anche la Yerba Buena) e una serie di trasmissioni radiofoniche fecero assurgere la Frisco Band a un simbolo di San Francisco.
Particolarmente felice si rivelo' la scelta di annoverare tra le file della band Clancy Hayes, banjoista ma soprattutto cantante accattivante, che con il suo sound semplice e naturale diede un' impronta indelebile all' orchestra, la cui formazione era: Bob Scobey alla tromba, l'ottimo Jack Buck al trombone, l'altrettanto valido George Probert al clarinetto e sax soprano, Wally Rose al piano, Clancy Hayes al banjo e canto, Dick Lammy al basso e Fred Higuera alla batteria.
Le varie registrazioni videro pero' l' alternarsi di altri validi elementi, quali Burt Bales al piano, Bill Napier al clarinetto,Squire Girsback al basso, nonché la presenza di due grandi della vecchia guardia di New Orleans, come Darnell Howard, che senza mezzi termini appartiene all'olimpo dei clarinettisti del jazz classico, e Albert Nicholas sempre al clarino.
Nel 1953, al Civic Auditorium di Pasadena, Louis Armstrong suono' con la Frisco Band e dal 1954 al 1957 la cantante creola Lizzie Miles, che prese parte a sedute di registrazione con la Frisco e a vari tour negli Stati Uniti, diede alla band un ulteriore sapore di New Orleans.
C'era nella politica della Bob Scobey's Frisco Band anche un'aria di modernità in arrivo: nel 1955 si verifica un fatto di cui per molti anni non si leggera' nulla (ipocrisie del tutto americane), quando la band tiene concerti nel carcere di massima sicurezza di S.Quentin in California, più di dieci anni prima che il cantante country Johnny Cash ripetesse l'iniziativa scandalizzando mezza America.
Negli anni seguenti la band registra anche per la Verve e per l'RCA e si impegna in un tour di concerti nei campus universitari, finche', nel 1959, Scobey trasloca a Chicago, dove apre un suo club, il Bourbon Street. Ma a soli 46 anni e' preda di un cancro e muore nel 1963. Sua moglie Jan Scobey scriverà il libro "He rambled" (disponibile su Amazon) sugli anni entusiasmanti del successo della Frisco Band. In esso si apprende che, ormai in fase terminale, una notte Bob si alzo' dal letto e si reco' al suo locale, dove suono' come un dio ! Per scomparire qualche giorno dopo.
La band ebbe un vastissimo repertorio e se e' vero che varie volte indugio' ai gusti del grande pubblico,soprattutto con le interpretazioni del cantante Clancy Hayes, che alla lunga oggi si rivelano stucchevoli ( per quanto il suo sound abbia quasi segnato un'epoca negli Stati Uniti ), Bob Scobey alla tromba fu sempre impeccabile, pieno di swing, con un timbro perfetto e mai si abbandono' a inutili virtuosismi.
I suoi "That's a plenty", "Blues my naughty sweet gives to me", "Dippermouth Blues" , "South Rampart Street Parade", "Chicago" sarebbero sufficienti per immortalare il drive inconfondibile di un grande artista.
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