Roland Bunny Berigan

 

 
 
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Roland Bunny Berigan

 

 

di Tano Ponzoni

 

 

Scrivendo di Bunny Berigan è d'obbligo l'accostamento a Bix Beiderbecke, non per lo stesso strumento che suonavano, ma anche per molte delle loro caratteristiche musicali e caratteriali, ed infine per l'immaturo e tragico epilogo della loro vita. Se Bix venne avvolto dalla leggenda nella storia del jazz, lo stesso si può dire di Bunny Berigan.

Bunny, seppe, più di ogni altro, esplorare le possibilità del suo strumento, divenendo così il caposcuola di una lunga serie di trombettisti che presero da lui, oltre alla particolare sonorità dello strumento, anche tecnica e fantasia musicale.
Artisti quali Harry James, Bobby Hackett, Charlie Spivak, Ziggy Elman e Ray Anthony per citarne solo alcuni. Nella sua breve esistenza Bunny ebbe grandi opportunità di sfondare sia come “sideman” che come “leader”, ma non fu mai moralmente e fisicamente così forte da sopportare una intensa attività. Suonare ininterrottamente per tutta una notte fino al mattino, le lunghe sedute di registrazione, ma soprattutto l'alcolismo, ne minarono l'organismo. L'instabilità' del suo carattere e l'odio per l'ambiente dei “musical business” fecero il resto.

Fu nel 1942, quando era tornato a New York, che si prese una polmonite, dopo un breve ricovero ospedaliero, venne dimesso apparentemente guarito, e subito tornò alla sua orchestra, e riprese a suonare e a bere. Un amico, e ne aveva molti, racconta che nei tre giorni che precedettero la sua morte, mentre suonava a Norfolk, una notte gli venne richiesto, a gran voce, di suonare il suo “I can't get started”.

“Signore e signori - disse Bunny avvicinandosi al microfono - tenterò di suonare questo pezzo, ma ricordate che, se sbaglierò, la colpa sarà tutta
vostra”. Quando, alla fine del brano, puntò la tromba verso le stelle e prese un perfetto Mib sopra il Do alto, l'applauso del pubblico durò esattamente
cinque minuti: fu l'ultimo che Bunny fu in grado di sentire.

Note biografiche

1908 • Rowland Bernard  Bunny Berigan nasce il 2 novembre, ad Hilbert Calumet (Wisconsin), e viene avviato fin da piccolo allo studio del violino, che suonerà per molti anni, prima di dedicarsi alla tromba.

1926-'28 • Membro della “Penny Jazz Band” di Merrill Owen, si trasferisce a Boston e quindi a New York, dove lo troviamo con l'orchestra di Hall Kemp.

1930 • E' in Europa con Hall Kemp, dove frequenta il trombettista Jack Purvis, e contemporaneamente diviene noto a molte polizie per reiterata ubriachezza.
Rientra negli USA e tenta la via del “free lance”, ma poco dopo si aggrega ad una orchestra da ballo diretta da Fred Rich, con la quale partecipa a sedute di registrazione di scarsa importanza. Cambia orchestra e passa in quella di Bernie Krueger. Registra facciate in '78 con grandi musicisti e cantanti di fama, come i Dorsey Brothers, Bing Crosby, Le Boswell Sisters, Lee Wiley. Intanto, per campare, entra nelle orchestre da ballo di Victor Young e di Bing Crosby, dove vivifica una orchestra "piatta" con i suoi brillanti assoli.

1932-'35 • Si interessa a lui Paul Whiteman, e nella sua orchestra trova il passaporto per la notorietà.

1935 • E’ l’anno che potrebbe essere fondamentale per la sua carriera.
Lavora con piccole formazioni da studio, con Franki Trumbauer, Bud Freeman, Mildred Bailey, Billie Holiday, Glenn Miller, Red Norvo, e Benny Goodman.
Fa parte come sideman della nuova orchestra di Benny Goodman.
Sempre velleitario, con carattere instabile, lascia anche questa formazione per una serie umiliante di broadcast pubblicitari. 

1936-'37 • Crea la sua prima big band della quale fanno parte R. Coniff, G. Auld e B. Rich, con buon successo e ottimi ingaggi. In quegli anni è in testa al concorso del “Metronome All Star Poll”, e registra due pezzi, “Blue Lou” e “Blues”, assieme ai più famosi musicisti dell'anno.

1937-'39 • Con la sua big band e' sotto contratto con la RCA (Bluebird) per un centinaio di facciate '78, ma deve presto sciogliere la sua orchestra, per i noti motivi.

1940 • Bussa alla porta di Tommy Dorsey, suo grande amico, che gli offre il posto di 1a tromba nella sua band. Con questa orchestra registra parecchi '78, in cui spiccano i suoi famosi assoli “Mary” e “Who”.

1941-'42 • Tenta nuovamente la via per una nuova orchestra, e si reca ad Hollywood attratto dal cinema che gli procurerà un’altra disillusione.
Rientra in precarie condizioni di salute a New York, dove nel mese di maggio si ammala di polmonite.
Il 30 di maggio viene dimesso, ed il 2 giugno, a causa di una fortissima emorragia, probabile conseguenza della cirrosi epatica alcolica (dellaquale soffre da anni), muore in una corsia del Polyclinic Hospital di New York.
Sulla sua vita, se pur romanzato, viene girato all’inizio degli anni '50 un film con Kirk Douglas e Doris Day, “The man whith the horn” (in Italia uscito con il titolo “Chimere”) e con la voce della tromba di Harry James.

Bunny  e Bix

Entrambi i trombettisti, come era ovvio ebbero come punto di riferimento Louis Armstrong, che ascoltarono sui battelli fluviali. Bix tuttavia siespresse con unostile completamente differente, che esibiva un fraseggio fluido e legato, usando un contrappunto quasi barocco e che creava una fitta tessitura armonica. Il timbro della sua cornetta era puro, caldo ed egli raramente si avventurava fuori dalle tonalità medie.

Ogni suo assolo, per quanto breve, aveva un suo senso logico musicale, con una costruzione a sè stante.
Il sound di Bunny era molto più vicino a quello di Louis, incandescente, pulsante e penetrante.
Egli poteva eseguire un intero brano da solista, trovandosi ugualmente a suo agio come strumento conduttore. Queste furono, in estrema sintesi, le caratteristiche dei due artisti sul piano strettamente relativo al loro strumento.
Sul piano umano li accomunava una debolezza di fondo del proprio carattere, un fascino naturale che li rendeva attraenti presso l’altro sesso, una trasandatezza nel modo di vivere e di vestire e, per aver avuto, a un certo punto, l’alcool come mezzo per lenire i propri problemi esistenziali.

E’ curioso constatare come sia Bix che Bunny si siano incontrati con il loro mentore: Bunny ebbe l’occasione di suonare sia con Bix che con Louis, con cui suonò anche Bix; Bunny e Louis poterono registrare brani assieme, mentre Bix non lo fece ne con l’uno ne con l’altro.
I due artisti bianchi suonarono assieme in tre occasioni nella primavera del 1931, poche settimane prima della morte di Bix, che avvenne nell’agosto di quell’anno, e possiamo solo immaginare quanto deve essere stato eccitante vedere Bix e Bunny sullo stesso palcoscenico.
Bix non aveva influenzato Bunny come aveva potuto influenzarlo Armstrong, ma l’ammirazione di Bunny per Bix fu manifestata in più occasioni. Si può concludere affermando che entrambi i musicisti, per quanto avessero avuto lo stesso punto di riferimento in Louis, mai copiarono apertamente quanto avevano ascoltato.

I Cant’t get Started

“… ascoltai alle 23,30 di una notte del 1937 la trasmissione radio che proveniva dall’Hotel Pennsylvania di New York e che annunciava la buona notte da parte dell’orchestra di Bunny Berigan.
Fui fulminato dalla tromba di Bunny e immediata-mente pensai che avrei dato un braccio o trent’anni di vita per essere in grado di suonare a quel modo anche per una sola notte.
All’indomani mi precipitai in un negozio di dischi e di Bunny mi fu offerto –
I Cant’t get Starter - , che ascoltai per la prima volta. Ne acquistai un’altra copia per essere sicuro di averla sempre se il disco si fosse rotto.
Ero stato drogato da quel prezzo”.
Alfred Gage (trombettista).

Tra gli appassionati di jazz, qualcuno dissente da tale giudizio, che invece lo scrivente condivide pienamente. Certo è che questo brano di Vernon Duke e parole di Gershwin nella versione eseguita da Bunny Berigan, ha avuto la storia che segue:
- è stato memorabile colonna sonora del film, premiato con oscar, “ Salvate la tigre”, con Jack Lemmon.
- Fu scelto anche come colonna sonora del film “ Chinatown” con Jack Nicholson.
- E’ stato incluso nell’elenco dei brani celebri della National  Academy of Recording Arts and Sciences.
- E’ certo che Louis Armstrong ne acquistò cinque copie nel suo negozio preferito di Harlem.
- Fu incluso per decenni in tutti i jukebox d’America.
- Fu colonna sonora in innumerevoli trasmissioni televisive fino agli anni Novanta.
- Il brano, messo in straordinaria evidenza dall’esecuzione di Bunny Berigan, fu interpretato da molti grandi del jazz e da una una infinita schiera di cantanti.

 
   
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