ART TATUM
Per capire un gigante del piano
di Adriano Pateri
Leonard Feather, nella sua 'Enciclopedia del Jazz', riferisce di aver chiesto a 126 pianisti quale fosse quello che li aveva maggiormente
influenzati e che ben 78 di essi abbiano risposto citando il nome di Art Tatum.
Nato totalmente non vedente da un occhio e con scarsa capacità visiva dall'altro, non fu mai in grado di vedere le note di uno spartito, il che paradossalmente contribuì in modo determinante allo sviluppo del suo stile.
A questo si aggiunge il fatto che l'essenza vera del jazz, a differenza di altri generi musicali, consiste nell'improvvisazione istantanea, che tra l'altro accorcia la fase del processo creativo musicale. Le note vanno direttamente dalla mente alle mani sulla tastiera dello strumento senza lo stadio intermedio della lettura dello spartito.
La cecità per Tatum ed altri pianisti jazz ha quindi contribuito a far loro sviluppare uno stile essenzialmente pianistico basato sulle sensazioni personali e tattili delle loro mani.
Tatum sviluppò il suo stile in giovane età e non lo cambiò mai, maturando l'assoluto controllo della tastiera e perfezionando il discorso musicale nei suoi elementi fondamentali: melodia, armonia e ritmo. Arricchì la melodia con abbellimenti ed arpeggiati che i suoi detrattori in modo sprovveduto bollarono come 'arabeschi' e 'rococò' e soprattutto, in modo straordinario, arricchi' l'elemento armonico del suo pianismo anticipando gli sviluppi futuri dell'universo tonale nel jazz. Fece infine risaltare l'elemento ritmico con il totale e metronomico controllo del tempo in ogni sua esecuzione.
Per una breve analisi del suo stile basta richiamare tre dei più grandi pianisti, più o meno suoi contemporanei: James P. Johnson, Earl Hines e Bud Powell. Johnson fu il fondatore dello stile 'stride' caratterizzato dai 'passi lunghi' delle mani e che in buona parte sacrificava la melodia in favore dell'armonia e del ritmo. I pianisti stride come Johnson ed i suoi seguaci tra cui il grande Fats Waller furono molto attivi suonando da soli senza essere accompagnati o in locali che non potevano permettersi che un solo musicista.
La sinistra del pianisti stride doveva quindi essere e svolgere la funzione di una sezione ritmica completa.
Earl Hines fu invece quello che inventò il nuovo stile pianistico, etichettato "trumpet style", che usava note singole per eseguire melodie ed improvvisazioni con la mano destra. Con l'avvento del jazz moderno prevalse ovviamente il "trumpet style" mentre la mano sinistra avrebbe fornito il tappeto armonico dell'accompagnamento, con basso e batteria incaricati del tempo e del ritmo. Come è noto, la figura più importante nel pianismo del jazz moderno fu Bud Powell che con T.S.Monk rivoluzionò lo stile sullo strumento.
Il merito di Art Tatum, fu di sintetizzare gli elementi di questi tre stili riassumendo l'essenza ritmica dello stride, la brillantezza espositiva della mano destra di Earl Hines e soprattutto la complessità armonica di Bud Powell.
Eppure molti critici ed addetti ai lavori furono inflessibili nell'emarginare Tatum, addirittura ignorandolo perché di difficile connotazione, con i suoi abbellimenti ed arpeggiati di riempimento.
Inoltre, l'apprezzamento inevitabile della sua mostruosa tecnica per quanto riguarda la melodia e l'armonia non evidenziò un elemento fondamentale della grandezza di questo artista e cioè la sua terrificante padronanza del 'timing'.
Tatum era capace di suddividere in segmenti impercettibili il tempo di un brano. Durante l'ascolto di Tatum prima o poi arriva il momento in cui l'ascoltatore poco preparato perde il filo della pulsazione ritmica dell'esecuzione.
Il 'beat' del tempo, sia esso seguito mentalmente che scandito con la mano o il piede, sembra perdersi nel nulla.
A questo punto l'ascoltatore può solo rinunciare in attesa di un punto dell'esecuzione che permetta di riprendere il filo del discorso e del tempo. La ragione di questo ' impasse' è che l'artista è scivolato impercettibilmente da una semplice terzina a delle semicrome o da semicrome a doppie terzine o da mezze semicrome a semplici note di abbellimento - il tutto facendo scomparire il beat.
Ma allora il tempo? E' Tatum che ha sbagliato o è l'ascoltatore che si è perso?
Grazie all'uso del metronomo le verifiche hanno sempre provato che TATUM ERA NEL GIUSTO e qualcuno ha perfino detto che fosse lui ad avere un metronomo in testa.
Volendo riassumere i meriti di Art Tatum in termini di storia del jazz riferita al pianoforte, non si può fare a meno di evidenziare la sua capacità di concepire uno stile che si rifà a tutti gli altri stili, padroneggiando il manierismo di ogni scuola fino a sintetizzarlo grazie ad una sua tecnica strumentale che ha dell'incredibile.
La sua grande abilità consiste appunto nell'esser riuscito a vedere e concretizzare l'insieme del pianismo jazz in un contesto straordinario e personalizzato.
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