"Arrivederci" di Umberto Bindi Ma e' consentito?...
 
 
Libri / Riflessioni
 
   
Menu' Libri / Riflessioni
 
 

"Arrivederci" di Umberto Bindi
Ma e' consentito?...

 

 

di Tito Piazza



 

Un filmaccio da quattro soldi senza una trama, assai banale, del 1960, in quell' epoca d'oro mai piu' ripetibile nel futuro nostro sfortunato paese. E anche un documento storico di costume, dove e' possibile vedere e ascoltare piacevolmente un'avvenente e innovativa Mina, un Celentano ostracizzato dai benpensanti, e tanti altri cantanti italiani minori, ma giovani, che si sorseggiavano quei giorni sereni dell'Italia, che amavano come si poteva amare in quegli anni, cioe' ancora con una sana dose di romanticismo.
Il titolo e' " Urlatori alla sbarra ", parola che faceva rabbrividire di scandalo la generazione dei genitori di allora. Ed eccoti, nel bel mezzo della pellicola, tra coppie di innamorati sparsi in parchi, o nelle campagne limitrofe alla citta', che appare il viso diverso, attraente, alla James Dean, di Chet Baker, con una ragazza come tante, forse davvero una fugace ma romantica avventura, chissa', che intona col canto "Arrivederci" di Umberto Bindi. Un brano di successo, noto, bello, romantico, come in America puo' essere un "Moonlight in Vermont", inutile trovarci differenze,sono belli entrambi indipendentemente dalla lingua. E Chet lo canta in inglese, per poi mettere mano alla tromba e concedere qualche minuto di un mix di nostalgia, piacere,
relax, di sentimenti che vagano dentro di noi.
Non e' jazz, eppure "Moonlight in Vermont", non troppo dissimile nella melodia, e' incluso in cento album di jazz, anche nelle versioni piu' soft, piu' vicine a questa "Arrivederci" interpretata da Chet in modo magistrale e romantico.
Straordinario esempio di come il confine tra la definizione di jazz o non jazz, sfoci nel nonsense, e soprattutto come un grande artista sia grande sempre, e anche, perche' no, di quanto siano sempre state interessanti e sorprendenti le "licenze poetiche".
Ascoltatelo, guardatelo, poi, parlatene con qualche "purista" di jazz, con qualcuno di quelli che bollano come "easy listening" (definizione aberrante ), cio' che non rientri nel loro gusto spesso contorto e plumbeo,che non appaghi il loro esclusivo e costante bisogno di sbandierare inutile intellettualismo. E poi...mandate senza rimorso o esitazione a quel paese quel signore.

 

 


 
   
  scrivi a info@corradobarbieri.com